lunedì 6 dicembre 2010

INVESTIMENTI NELLE RINNOVABILI:LA CINA BATTE GLI USA

La corsa allo sviluppo della Repubblica Popolare cinese ha dato i suoi frutti e per la prima volta nella storia degli investimenti nelle energie low carbon il gigante asiatico si trova in una posizione di vantaggio rispetto agli Stati Uniti .
Nell'anno passato Pechino ha investito 34,6 miliardi dollari nell'economia delle rinnovabili contro i 18,6 miliardi degli Usa che si aggiudicano così il secondo posto nella classifica globale dell'organizzazione. Questo scavalcamento per Phillis Cuttino (Direttore della campagna Global Worming dell'Ong ) è da attribuire ad una mancanza di forti politiche statunitensi a sostegno alle energie verdi, carenti in sistemi di incentivazione ad hoc basati sui premi alla produzione e di una legislazione nazionale sul clima che fissi uno standard energetico nazionale.
Nel complesso, gli investimenti nel settore sono diminuiti di circa il 6,6 per cento nel 2009 in tutto il mondo a causa della recessione , segnando i 162 miliardi dollari, ma si tratterebbe di una tendenza provvisoria e già per il 2010 si dovrebbe parlare di una risalita a 200 miliardi di dollari. A rendere particolarmente attraente la Cina la scelta del governo di adottare dei target nazionali per l' energia rinnovabile, compresi i mandati per 30GW sia che dall'eolico che dalle biomasse entro il 2020, e la realizzazione di un feed-in-tariff per i progetti di sfruttamento del vento e si appresta a lanciare misure simili nel campo del fotovoltaico . Per adesso, spiega il rapporto il Paese Stelle e Strisce , deve accontentarsi di mantenere un vantaggio marginale sul totale della capacità installata, con 53,4 GW ma, secondo gli analisti, se le tendenze attuali continuassero, sarà questione di pochi mesi prima che venga sorpassata anche in questo campo dalla Repubblica Popolare già a quota 52,5 GW.
Seguono i capofila, la Gran Bretagna con 11,2 miliardi di dollari , e la Spagna con 10,4 miliardi , ossia tutti i Paesi con forti quadri politici a livello nazionale e dentro al mercato del carbonio. Discorso diverso invece per il tasso di incremento che incorona prima la Turchia con un ottimo più 178%, seguita da Brasile(+148%), Cina (+148%), Gran Bretagna (+127). ""Anche nel bel mezzo di una recessione globale, il mercato per l'energia pulita ha registrato una crescita impressionante""<ha continuato Cuttino. I Paesi stanno gareggiando per la leadership.
SANNO CHE INVESTIRE NELL'ENERGIA PULITA DA LA POSSIBILITA' DI RINNOVARE LA BASI DI PRODUZIONE E CREARE OPPORTUNITA' DI EXPORT, POSTI DI LAVORO E BUSINESS.
PER IL "BEL PAESE" LA SITUAZIONE NON RISERVA GRANDI SORPRESE:CON I SUOI 9,8GW DI CAPACITA' RINNOVABILE E I 2,6 MILIARDI DI DOLLARI INVESTITI SI AGGIUDICA IL NONO POSTO NELLA CLASSIFICA GENERALE PUR DIMSTRANDO NEGLI ULTIMI CINQUE ANNI UN TASSO DI CRESCITA DEGLI STESSI INVESTIMENTI DEL 110%.

domenica 28 novembre 2010

Istat: meno eco-investimenti per le industrie, in aumento spesa per gestione rifiuti

Calano gli investimenti in ambiente delle industrie italiane e si continuano a realizzare prevalentemente investimenti atti a rimuovere l'inquinamento dopo che questo è stato prodotto, anzichè utilizzare tecnologie pulite atte a rimuovere alla fonte l'inquinamento generato dal processo produttivo.
Questi alcuni dati contenuti nel rapporto pubblicato nelle settimane scorse dall' Istat, "Gli investimenti delle imprese industriali per l' ambiente", riferito all' anno 2007. Secondo l'Istituto di statistica, nel 2007 la spesa complessiva per investimenti ambientali delle imprese dell'industria in senso stretto è risultata pari a 1.838 milioni di euro, in calo del 7,4 per cento rispetto al 2006 (1.986 milioni di euro).
La diminuzione è interamente imputabile alla forte caduta degli investimenti in impianti ed attrezzature a tecnologia integrata (-31,3 per cento rispetto al 2006), a fronte di un aumento del 6,4 per cento di quelli in impianti ed attrezzature di tipo end-of-pipe. Chi ha aumentato di più gli investimenti in ambiente sono state le piccole e medie imprese. In un anno hanno fatto salire infatti gli eco-investimenti del 30,1 per cento, mentre la grande industria li ha diminuiti del 14,7 per cento. Tra il 2006 e il 2007 la composizione degli investimenti per settore ambientale ha registrato un forte calo dell'incidenza di quelli per la protezione dell'aria e del clima, mentre è aumentato in misura significativa il peso relativo delle spese per la gestione dei rifiuti.
L'Istat rileva, infatti, un peso crescente per la spesa per la realizzazione di impianti ed attrezzature per la gestione dei rifiuti, che arriva al 15,3 per cento rispetto al 9,1 per cento dell' anno precedente. I settori manifatturieri che presentano le quote più consistenti di investimenti ambientali sono la metallurgia e la fabbricazione di prodotti in metallo (20,3 per cento), la fabbricazione di prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (19,6 per cento) e la fabbricazione di coke, raffinerie di petrolio e trattamento di combustibili nucleari (18,2 per cento).